Le antiche mura, il giardino e la porta senese

  • Le Mura castellane

    L'antico tracciato murario che un tempo cingeva il borgo di Asciano si conserva ancora oggi in parte, offrendo uno scorcio suggestivo sul passato. Le mura si innalzano maestose, testimoni silenziosi di secoli di storia. Tra queste mura svettano, imponenti e orgogliose, alcune delle torri superstiti che un tempo proteggevano il borgo, mentre le abitazioni del centro storico si aggrappano alle antiche pietre, quasi come se volessero trarre forza dalla loro solidità.

  • La porta Senese

    La porta che accoglie il viandante proveniente da Siena lungo la Via Lauretana è l'unica superstite del circuito difensivo che un tempo proteggeva Asciano. Conosciuta come "Porta del Bianchi" o "de' Bianchi," prende il nome dalla vicinanza ai possedimenti di questa storica famiglia. 

    Passeggiando lungo queste mura, si può quasi sentire l’eco del passato, un tempo in cui Asciano era un baluardo, protetto da possenti fortificazioni, che ancora oggi raccontano la storia di una comunità resistente e fiera.

    Un portale nel tempo

    Attraversare questa porta è come compiere un viaggio nel tempo, nonostante le modifiche e i ridimensionamenti subiti durante i restauri moderni.

    Alzando lo sguardo, proprio sopra il grande arco di accesso, si possono ancora scorgere, scolpite nel travertino, le testimonianze di un passato glorioso: la balzana senese, il fiero stemma della comunità di Asciano e quello della potente famiglia Bandinelli. Questi simboli, resistenti al tempo e alle trasformazioni, raccontano la storia di una città che, sebbene mutata nei secoli, continua a custodire con orgoglio le sue radici.

    Ogni viandante che passa sotto questa antica porta è accolto da questi emblemi, sentendo la forza e l’importanza storica che questa via ha avuto per secoli, un tempo non solo accesso alla città, ma anche guardiana della sua identità.

  • Il Giardino “ Donato di Becco”

    Questo giardino, adiacente alla Porta Senese e alle mura, porta con sé il ricordo di un uomo il cui nome è inciso nella storia del paese: Donato di Becco, un nobile notaio. Nato intorno al 1280, Donato visse in un’epoca segnata dall’ombra oscura della peste. Nonostante il terrore che l’epidemia seminava, Donato non esitò a stare al fianco degli appestati, offrendo la sua professionalità e il suo cuore per redigere le ultime volontà di coloro che erano ormai prossimi alla morte.

    Nel 1348, ormai esausto e indebolito, anche Donato cadde vittima della peste. Il suo ultimo testamento, un documento toccante e incompiuto, narra con una semplice ma potente grafia tremolante il momento in cui la malattia prese il sopravvento. L’ultima parola, lasciata a metà, è una testimonianza silenziosa di un uomo che ha lottato fino all'ultimo respiro.

    Tra i documenti che ci ha lasciato, vi è una poesia, che è allo stesso tempo una preghiera, e un grido di disperazione. I suoi versi, rivolti a Santa Maria, riflettono la profonda angoscia di un’intera comunità, colpita da una morte così crudele e inesorabile. Le sue parole, intrise di dolore e speranza: 

    “Santa Maria bellissima
    che parturasti senza dolore,
    guardaci da questa morte
    ch’è di tanta aflexione,
    che di male di questa rabbia
    nonne muorano più persone”.

  • Dove
    Lato nord-est del centro storico di Asciano lungo tutta Via delle Fonti.
  • Durata della visita
    30 minuti

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