Ponte del Garbo

Il nome "del Garbo" evoca leggende e tradizioni che si intrecciano con il passato tumultuoso della zona. La leggenda più affascinante racconta che il ponte fu così chiamato in onore della vittoriosa battaglia di Montaperti del 1260. In quell'epico scontro, le truppe ascianesi si distinsero per la loro virtù e coraggio, combattendo al fianco dei senesi. Il termine “garbo” potrebbe quindi essere un tributo a quel valore eroico.

Altre teorie suggeriscono che il nome derivi dai pregiati tessuti (l’algarve) utilizzati dalle classi agiate dell’epoca, oppure che rifletta la grazia e la finezza della stessa struttura del ponte, costruita con particolare attenzione e raffinatezza.

La presenza di un ponte sull’Ombrone è documentata fin dal XIII secolo. Attraverso i secoli, questo ponte ha subito numerosi rifacimenti, testimoniando le sfide poste dalla natura e dalla guerra. L'ultimo restauro, avvenuto negli anni quaranta del secolo scorso, fu necessario dopo che l'esercito nazista, in ritirata, aveva fatto esplodere il ponte.

Oggi, il Ponte del Garbo si presenta con un unico grande arco che si staglia contro il cielo, sotto il quale scorrono le acque tranquille del fiume. Al centro del ponte, una piccola edicola dedicata alla Madonna offre un momento di riflessione e un omaggio alla devozione storica della comunità.

Percorrere il Ponte del Garbo è come fare un viaggio indietro nel tempo. La maestosa semplicità dell’arco e la presenza discreta dell’edicola evocano un senso di continuità e di pace. L’acqua dell’Ombrone, che scorre sotto il ponte, riflette il cielo e i ricordi di un passato ricco di eventi e significati. Ogni passo sul ponte è un'opportunità per riflettere sulla storia di Asciano e sull’eleganza duratura di un'opera che ha superato le prove del tempo.